Enzo scolpisce Il Magma
Enzo scolpisce Il Magma
MAGMA
Respiro! E’ aria bollente che respiro!
rossa, opaca, secca, densa di gas e ceneri sottilissime che intasano i bronchi e mi fanno
latrare come un cane.
Sento attorno a me una irrequiete aura di bizzarria e detriti danzanti che accresce di
tensione questo fenomeno luminescente, fuga degli spiriti dei morti dall’Ade.
Sono radiazioni luminose e ombre tuonanti scaturite dallo scontro passionale tra etere e
melma incandescente.
La valanga ustionante cresce dal vomito della terra bucata, dai rigetti emozionali degli
spiriti eccitati, dalla fusione di entità primitive e torbide utopie.
Sono essenze fatte di sabbia oplontina, di pietre ignee, di lapilli mal fusi, di aspro magma
ma anche di esseri immateriali discesi da nobili guerrieri, da crudeli aristocratici, da dotti
liberti, da dei oltraggianti che concorrono a riorganizzare l’ineluttabilità umana; di geni
vulcanici impegnati ad innalzare nuovi meravigliosi scenari futuri.
Spiriti …spiriti mortiferi, …spiriti creativi.
Dalla grande forgia escono nere masse perlate scolpite da violenti sputi d’aria scarlatta; il
crogiolo mentale ostenta ancora l’atavico Labirinto di Meride mentre la psiche sbuffa
liquide parole incolori
Una sinfonia di rumori assordanti, inno per il dio Volkanus, dà il ritmo alle masse di fumo
in modellazione.
Rapide in ascesa, lente ad espandersi si abbandonano lascive ai soffi incostanti di Eolo e
sognano un gigantesco coito tra Terra e Cosmo.
I giochi veri sono amplessi tra materie eruttive e ipotesi scientifiche.
Tra l’enormità di elementi svolazzanti e frantumi ancestrali schizzano scintille e furori
sulla volta blu.
La meraviglia e il panico riaccendono la mia attenzione concettuale e la mia voglia di
gesti tattili.
Temo di strinare la mia fragile impalcatura di spirito errante.
Tengo ancora appiccicato al mio intelletto l’umano senso della vita.
Nell’effervescenza convulsa dell’enorme caldano, lo spasmo del fumo e il trambusto di
pensieri inquieti mi scorticano l’intelletto e le carni.
Si! …Sento i ruvidi lapilli graffiarmi le idee e la porosità della pomice lisciarmi la verve.
Sono una favilla in una bolla incandescente!
Non percepisco l’estremo calore ma avverto un formicolio che tende ad annullarmi i
movimenti ed io capisco che mi rimane poco tempo da giocare ancora.
Avidamente razzio materia vergine per saggiare colore, consistenza, fluidità, gusto,
afrore e campi magnetici.
Tutto è instabile e mutevole!
Sono affascinato dal magma e m’impressiona il suo rosso scarlatto sfumato d’oltremare e
d’oro rituale. È materia intelligente: ammalia col cremisi, incute rispetto con
l’incandescenza, scorre fluida finché c’è via, ignora gli ostacoli ostici, ridisegna scenari
nuovi, fa godere gli amanti del bello, solidifica al contatto con l’aria e indugia alle
implorazioni popolaresche.
È fuoco liquido, lava fluida, schiuma che scorre sui fianchi del Vesuvio ed ora anche su di
me.
In un istante mi ritrovo in piena luce, in una processione di spiriti fuggiaschi, con un
sesterzio tra i denti e la colata incandescente che mi assimila
Ora, sono fumo di magma vesuviana! (E.M.).