Graffi Atavici

Description
  • Date: Gennaio 25, 2020
  • Categories: GRAFFISCULTURE

Graffi Atavici
L’espressione graffiti, oggi, indica, in genere, quelle testimonianze di aerosol-art, che arredano taluni squarci urbanistici, dal centro alle periferie del mondo, rendendoli forse un po’ meno desolati, meno anonimi.

E non sono pochi i muri che portano i segni vistosi del passaggio di una qualche individualità, fieramente protesa a rivendicare il suo diritto a manifestarsi, a esistere, portando fuori la propria gioia o la propria rabbia, in ogni caso “firmando” il proprio racconto esistenziale. Forse non è un caso che la gioventù metropolitana marginale e creativa delle frontiere hip-hop abbia scelto questo codice privilegiato. In fondo, come Enzo Marino sa bene, il graffito è, sin dalle origini, “Mito, Eros, Magia”, cioè materia integralmente e profondamente umana. Edgar Morin ha chiarito bene che quando nei siti paleoetnologici si trovano quegli utensili, segnali dell’avvenuto passaggio del primate alla condizione di homo, il più delle volte si ritrovano anche i rituali di sepoltura e i graffiti dipinti sulle pareti delle grotte (1). E’ tipico dell’uomo, che è tale anche perché ha scoperto la morte e comincia a fabbricare attrezzature magiche e spirituali per sconfiggerla: il sacro, la droga, l’arte.